Sono sempre meno gli eletti under 40 nel centrosinistra, ed alcuni costituiscono la Generazione U.
I giovani eletti rimangono sempre troppo pochi nelle istituzioni. Tra questi spicca Daniele Capezzone, giovane radicale che sfoggia una cravatta rossa alla Camera dei Deputati e che a chiare lettere fa capire come il primato della politica prevarrà nella nuova legislatura.
“Cinque anni fa c’era Nanni Moretti che diceva a Massimo D’Alema di dire qualcosa di sinistra. Adesso bisogna chiedere alla politica di tornare almeno semplicementea dire qualcosa, qualcosa di nuovo. La politica è afona”.
Non ha tutti i torti il leader della Rosa nel pugno Daniele Capezzone che nelle scorse settimane ha aperto cosiì la prima puntata di “Settanta in due”, la nuova trasmissione di Radio Città Futura dedicata alla generazione dei nati negli Anni Settanta ideata e condotta dall’esponente dei giovani della margherita romana Mario Adinolfi.
“Il decreto detto “milleproroghe” – ha spiegato Capezzone – con cui la politica ha pensato solamente a regalarsi soldi e impunità per i prossimi cin que anni, creando condizioni che possono favorire crisi di governo a ripetizione, visto che se anche la legislatura durerà uno o due anni i partiti incasseranno denari come se il parlamento fosse rimasto in carica per il canonico lustro, è semplicemente scandaloso. Uno scandalo di cui la politica finirà per pagare il prezzo”.
Intanto a Roma in poco più di tre settimane un fiume di parole si è trasformato in un’iniziativa concreta. I blogger si sono dati appuntamento all’hotel Nazionale di piazza Montecitorio dove insieme a Stefano Menichini, direttore di Europa, hanno dato il calcio d’inizio per un primo confronto, andando anche al di là dei confini della Margherita. Insomma i blogger democratici si sono dati appuntamento per dare corpo alla Generazione U, una parte di quella generazine marginale per le istituzioni del nostro paese che non ha diritti e rappresentanza. Il nucleo più solido di questi giovani politici gravita attorno all’esperienza della Margherita, ma sono molti coloro che hanno partecipato e che da giovanissimi hanno fatto in tempo magari a votare per la Democrazia cristiana o il Partito comunista, ma anche e soprattutto persone che di quella storia hanno avuto solo un vago sentore.
Sono tutti giovani nati però negli anni Settanta e Ottanta che non hanno alcune difficoltà di natura post-ideologica, nel dialogare con l’altro-da-sé. “Non ci sono rancori personali – dichiarano i giovani blogger – indelebili a rendere impossibile un confronto, come spesso accade invece per i protagonisti più anziani che affollano le aulee parlamentari. Per essere chiari: il confronto tra un giovane dirigente della Rosa nel Pugno, dei Ds, della Margherita, di un’associazione cattolica e di una ambientalista appare molto più agevole di quanto sia quella tra i rispettivi “seniores”. Questa risorsa dialettica va utilizzata a dovere, per ampliare il più possibile i confini della platea che potrà partecipare al percorso della costituente del partito democratico, rinunciando a utilizzare lo schema della sommaria sommatoria di sigle di partito e classi dirigenti già esistenti”. Obiettivo:uno sforzo di fantasia, un colpo d’ala, perché il partito democratico ha un futuro.