Cambiano le valutazioni del valore degli immobili, scompare il “ruolo” per gli agenti immobiliare
Visco ha deciso che il mondo immobiliare va tartassato e pensa ancora una volta di lanciare la sua “lenzuolata fiscale” ai danni di cittadini e proprietari immobiliari, senza tener conto dei riflessi che si avranno nel mercato e in tutto il comparto immobiliare nel prossimo semestre. Ancora una volta la fiscalità immobiliare è al centro di una disputa tra governo e l’intero mondo immobiliare. Nel corso delle prossime settimane in Parlamento proseguiranno le audizioni informali nell’ambito dell’esame del disegno di legge recante delega per il riordino della normativa sulla tassazione di redditi di capitale, sulla riscossione e accertamento dei tributi erariali, sul sistema estimativo del catasto e per la redazione di testi unici delle disposizioni sui tributi statali. Le prime notizie non sembrano promettere bene per i proprietari di casa, gli aspiranti proprietari e gli affittuari e le prime stime delle associazioni di settore evidenziano come la nuova fiscalità rischia di diventare an cor più incisiva sulle dinamiche di mercato. I nuovi parametri patrimoniali che il governo vorrebbe introdurre, basandosi solo sui valori virtuali, potrebbero, a detta dei più, far triplicare il prezzo delle tasse per tutti i cittadini sulla “prima” e “seconda” casa. Sarebbe una bella sorpresa per molti italiani.
E’ chiaro, però, che nessuno vuole tasse discrezionali o comunque ingiuste o, addirittura, l’evasione. Basterebbe quindi, se proprio si debbono applicare nuovi parametri patrimoniali, dare attuazione alla riforma catastale varata da Prodi e Visco nel 1998: censire, cioè, sia i valori che i redditi. Chissà se qualcuno a Piazza Mastai ci ha riflettuto. Tutto ciò mentre l’Anci e il suo Presidente Domenici propugnano l’idea di una ricomposizione dei tributi che riguardano gli immobili in modo tale da poter anche fare una operazione o di superamento dell’Ici come è oggi o comunque di redistribuzione del prelievo fiscale sulla casa. E come se questo governo stesse ancora dibattendo al suo interno su quale modello fiscale sia giusto applicare in materia immobiliare, senza avere davvero una strategia di lungo termine, sapendo solo che l’obiettivo è quello di scovare l’evasione fiscale nel mondo immobiliare. I fatti parlano chiaro: la stessa Agenzia delle entrate nei giorni scorsi ha sottolineato come i controlli anti elusione punteranno a “specifici piani di accertamento riferiti a categorie a maggior rischio di economia sommersa, che secondo l’Istat vanno ricercati per lo più nei servizi, con una particolare attenzione al settore immobiliare”.
Intanto con il nuovo pacchetto per le liberalizzazioni presentato a fine gennaio da Bersani si propone di far scompare il ”ruolo” specifico presso la Camera di Commercio nel quale debbono iscriversi gli agenti immobiliari per esercitare la loro professione, dopo che con la Finanziaria si è già obbligato gli agenti immobiliari al pagamento, in solido con i propri clienti, dell’imposta di registro per le scritture private non autenticate di natura negoziale. Per la prima volta quindi in Italia una categoria è tenuta per legge a provvedere al pagamento delle imposte per i propri clienti.