Roma, 17 maggio – Un laboratorio di condivisione di esperienze e buone pratiche per trasformare gli obiettivi del Green New Deal in piani di cambiamento nazionali per i settori industriali, nella salvaguardia di occupabilità, diritti e tutele. E’ quanto prevede Green@Work, progetto pilota finanziato dalla comunità Europea a cui partecipa Uiltec (Unione Italiana Lavoratori Tessile, Energia e Chimica) insieme al sindacato tedesco IGBCE e a quello croato EKN. L’accordo di partenariato é partito il primo maggio 2021. Dopo un primo incontro in Croazia, oggi il secondo a Roma, dedicato all’attuazione della transizione energetica nell’industria chimica europea, “uno dei settori strategici dell’economia di questo continente e dell’Italia in particolare”, afferma il segretario generale della Uiltec, Paolo Pirani.
“La sfida – aggiunge Pirani – é grande, cambiano i paradigmi economici, sociali, politici, geopolitici e occorre rivedere come produrre chimica, come fare chimica, come stare dentro un processo di riconversione e di economia circolare. Lo abbiamo voluto discutere assieme ai sindacati chimici tedeschi e croati proprio perché pensiamo che vada costruito un pensiero comune a livello europeo per affrontare le sfide che abbiamo di fronte”. L’ultimo incontro é previsto a settembre Hannover. Quattro le linee di azione: promozione del network e allargamento dell’accordo ad altri soggetti (sindacati, imprese, attori istituzionali, enti di formazione e ricerca, altri interessati); creazione di un osservatorio di raccolta dati sulle trasformazioni del lavoro in chiave sostenibile anche con finalità di ricerca, che fornirà una base scientifica e statistica per la condivisione di obiettivi e parametri; formazione, sia per il sindacato che per soggetti portatori di interesse individuati; produzione di materiali di comunicazione diretti a chiunque.
Paolo Pirani, segretario generale della Uiltec, chiede al governo l’apertura “di un tavolo sulla chimica” perché “servono politiche industriali e investimenti. Il Pnrr secondo il sindacato guidato da Pierpaolo Bombardieri è stato concepito in una situazione molto diversa, ora bisogna rivedere i parametri e fare scelte politiche precise, soprattutto sulle tematiche energetiche, perché siamo troppo esposti al gas russo”. La categoria dei chimici guarda la modello tedesco “partecipativo” e alla dimensione europea, nella convinzione, spiega Pirani, che “non si possono fare riflessioni ognuno per conto proprio e bisogna mettere al centro del cambiamento la persona”. Romina Mura, presidente della commissione Lavoro della Camera, osserva che “un aggiornamento del Pnrr ci sarà, sarà rimodulato tenendo conto del fatto che siamo in uno stato di guerra e bisogna aggiornare le priorità”. Per Mura “la transizione ecologica deve andare insieme a quella sociale: siamo in una fase- osserva la deputata- in cui i posti di lavoro si distruggono e si ricreano, in questo passaggio non dobbiamo lasciare indietro nessuno e le risorse del Pnrr devono servire a sanare le disuguaglianze strutturali del Paese, di genere, generazionali e territoriali”. Emma Argutyan, direttrice generale dell’Eceg (European Chemical Employers Group) condivide la necessità di guidare l’industria “verso un’economia circolare” condividendo tra imprese e sindacati “valori, competenze e capacità”. Infine Stefano Soro, capo unità Green and Circular Economy DG GROW (Commissione europea), sottolinea che “la transizione verde della chimica è già in corso, non è una scelta per il futuro e bisogna garantire la sostenibilità sociale dal punto di vista occupazionale”.