Bruxelles, 15 nov. – La Commissione europea ha rivisto al ribasso le stime di crescita per l’Italia. Il Pil, si legge nelle nuove previsioni economiche pubblicate, ha toccato il fondo nel terzo trimestre del 2023 e riprenderà a crescere nell’ultimo trimestre dell’anno, ma la crescita annuale dello 0,7% sarà inferiore al 0,9% calcolato nelle ultime previsioni di settembre e dell’1,2% annunciato a maggio.
I fondi Pnrr dovrebbero portare a un’accelerazione allo 0,9% nel 2024 e all’ 1,2% nel 2025. La crescita sarà inferiore ai livelli pre-pandemia: la media del tasso di crescita del Pil tra il 2015 e il 2019 era dell’1%. Il tasso di inflazione dovrebbe scendere al 6,1% entro la fine di quest’anno e al 2,7% e 2,3% rispettivamente entro la fine del 2024 e 2025. Rispetto al trimestre precedente, che ha fatto registrare un calo dello 0,4% nel confronto con i tre mesi precedenti, tra giugno e settembre 2023 la crescita sarà stagnante, prevede Bruxelles. Riprenderà negli ultimi tre mesi dell’anno. I consumi privati saranno il principale fattore dell’aumento del Pil, grazie a una crescita dei salari nominali che permetteranno alle famiglie di recuperare potere d’acquisto rispetto all’inflazione degli ultimi due anni.
Nel 2025 l’accelerazione sarà garantita dall’aumento progressivo della spesa in conto capitale. La riduzione del tasso di disoccupazione sarà sostenuta dal calo della popolazione in età lavorativa causata a sua volta dal calo demografico. Crescita dei redditi significherà aumento delle imposte correnti, che saranno smorzate però dagli ulteriori tagli al cuneo fiscale sui redditi medio bassi, dalla riduzione degli incentivi per il settore immobiliare col licenziamento del Superbonus e anche dal minor gettito Iva sulle fatture energetiche in calo.
Il deficit calerà, secondo Bruxelles, grazie all’eliminazione delle misure adottate nell’ultimo anno per sostenere il caro-energia e alla revisione del Superbonus, che ha contribuito al 2,8% del Pil nel 2022. Il rapporto debito/Pil dovrebbe diminuire leggermente al 139,8% nel 2023 con una nuova crescita prevista al 140,9% nel 2025. Questo e’ dovuto al differenziale meno favorevole tra crescita economica e tassi di interesse