L’Isae analizza le modifiche all’Irpef

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Traggono benefici le famiglie nel Centro e nel Sud

L’imposta sui redditi personali prevede ora nuovi livelli di scaglioni e di aliquote, rispetto alla normativa 2006 e la sostituzione delle deduzioni dall’imponibile con le detrazioni dall’imposta. Nella nota mensile di gennaio l’Isae spiega che l’eliminazione delle deduzioni per carichi familiari ha l’effetto di aumentare la base imponibile e quindi l’imposta relativa alle addizionali locali. Inoltre, nel corso del dibattito parlamentare sono state introdotte correzioni che aumentano gli sconti, rispetto al disegno di legge originario, per i contribuenti con carichi familiari, per i lavoratori dipendenti nella fascia di reddito 23.000-28.000 euro, per i pensionati e per i dipendenti con contratto a tempo determinato. Un’analisi per figure-tipo mostra che la nuova Irpef determina uno sconto d’imposta sui redditi medio-bassi (fino a 35.000-40.000 euro) ed un aggravio sui redditi più elevati, per i lavoratori dipendenti, i pensionati e gli autonomi, mentre non si modifica la situazione de i contribuenti con redditi da lavoro o da pensioni inferiori alla soglia di esenzione (cosiddetti “incapienti”). Per quanto riguarda i contributi sociali, la nuova normativa prevede per il 2007 un incremento dell’aliquota per i lavoratori dipendenti – per i quali vengono uniformate le aliquote di finanziamento e di computo – ed un aumento più consistente (di quasi il 2%) per gli artigiani e commercianti. Per gli iscritti alla gestione separata (collaboratori e lavoratori a progetto), l’aumento dell’aliquota contributiva è di circa il 5%, avvicinando il trattamento di tali lavoratori a quello dei lavoratori dipendenti. Infine, gli assegni al nucleo familiare vengono incrementati, sia nel loro importo, sia con riguardo al numero di famiglie beneficiarie. In questo caso, i vantaggi fiscali per le famiglie di lavoratori dipendenti con figli risultano amplificati. Gli effetti distributivi sul reddito disponibile delle famiglie delle norme qui descritte sono valutati dall’Isae utilizzando il modello di microsimulazione Itaxmod, basato sui dati dell’Indagine sui bilanci delle famiglie italiane della Banca d’Italia riferita al 2002 ed aggiornata al 2007. I risultati evidenziano che il 62% delle famiglie ottiene un aumento di 214 euro del reddito disponibile, mentre la percentuale dei nuclei svantaggiati è pari al 29% circa (per queste famiglie, la perdita media risulta vicina a 450 euro). In particolare, le famiglie che traggono beneficio dalla riforma sono concentrate nelle Regioni del Centro (68,8%) e del Nord (62,3%); al Sud, invece, vi è un’elevata percentuale di famiglie che non sono toccate dalla riforma, avendo un reddito troppo basso (cosiddetti “incapienti”).